Nel corso del tempo si è sempre più andata delineando la consapevolezza che la definizione di “casa museo” costituisse un “mondo a parte” nell’ambito del panorama museale e che richiedesse quindi una trattazione specifica. Nel 1998, all’interno dell’ICOM (International Council of Museums), l’organizzazione non governativa legata all’UNESCO, è stato costituito un comitato specifico che si occupa di case museo: il DEMHIST, Comitato Internazionale Dimore Storiche Museo, il cui nome deriva da “Historic House Museums / Demeures historiques-musées / Residencias Historicas-Museo” sintetizzato con l’acronimo DEMHIST dalla versione francese.
Alla casa museo si riconosce una propria identità non sovrapponibile ad altre tipologie di musei; una specifica, propria capacità di comunicare e raccontare storie, di educare; una propria, specifica museologia e museografia nell’affrontare gli ambiti in cui si esplicitano le attività e i servizi di un museo. In questo scenario metodologico e dichiarativo offerto dall’ICOM, la casa dell’artista o del collezionista o del mercante d’arte, rappresenta un ulteriore unicum che è doveroso mettere in luce per tutela e valorizzazione.
Nel nostro ambito di ricerca, la “casa” può anche non avere una valenza materiale, ossia, può essere anche priva di materiali o memorabilia dell’artista. La casa può anche rappresentare unicamente il luogo stesso in cui ha operato l’artista o il collezionista o il mercate d’arte. Ossia la casa è un punto d’osservazione o di ispirazione.