Giuseppe Pende

Pittore

Casamassima (BA) 1914 – Fermo 2001
"Maestro storico della scuola d'arte di Fermo, la sua pittura coniuga una costante sperimentazione nelle tecniche a una rigorosa coerenza stilistica, spaziando in tutti i generi della tradizione, dai paesagi ai ritratti, alle nature morte. La suggestione pittorica per Pende nasceva sempre dall'attenta osservazione della realtà nelle sue variazioni cromatiche, luministiche, materiche e sensoriali." N. Giustozzi e D.Simoni

 

Di origine pugliese, Giuseppe Pende incomincia a dipingere all'età di 8 anni grazie anche alla passione del padre Nicola, pittore dilettante. Dopo il Liceo classico, nel 1933 si trasferisce a Roma e si iscrive alla facoltà di Architettura. Negli stessi anni frequenta con ottimi risultati i campi di atletica e nel 1935 diviene campione italiano di salto triplo. Nel 1936 si trasferisce all'Accademia di Belle Arti, dove conosce una giovane modella romana, Ida Bacchini, che in seguito diventerà sua moglie. Nel 1940 è chiamato alle armi e inviato in Albania dove riceve un encomio per la sua mansione di cartografo ai confini con la Grecia. Nel 1942 è destinato al campo profughi di Fermo, città dove rimarrà tutta la vita. Nel 1959 è chiamato dall’architetto Umberto Preziotti ad insegnare pittura e disegno dal vero nell'appena nato Istituto d’Arte di Fermo, inaugurando un sodalizio che durerà fino alla pensione. Per lo spessore e la generosità nei confronti dei colleghi è considerato un vero punto di riferimento della scuola. Ancora oggi i suoi allievi ricordano il carisma delle sue straordinarie lezioni, animate da una forte passione per l’arte figurativa, da una notevole conoscenza della letteratura e della musica e da grandi capacità comunicative. A questa grande umanità corrisponde una sorta di pudore nel promuovere la sua attività artistica: schivo in pubblico, rifiuta di esporre e solo nel 1984, alla termine della sua carriera di docente, accetta di tenere una sua mostra personale al Palazzo dei Priori di Fermo. Qualche anno più tardi l’Istituto d’Arte gli intitolerà la palestra in virtù delle sue glorie atletiche. Molti dei suoi allievi sono divenuti artisti affermati.